LA RIPRESA (PER ORA) RIMANE SOLO UN PROGETTO20-05-2021 L'ultimo numero della Congiuntura Confcommercio di maggio fotografa una situazione in evoluzione e certamente con una tendenza in miglioramento per quel che riguarda la ripresa della vita economica del Paese come testimonia anche la crescita del Pil al 3,7% rispetto al livello di aprile che segnava un -1,8%.
Ma stiamo parlando di un'economia sostanzialmente ancora in sofferenza come hanno certificato i recenti numeri dell'Istat su Pil, mercato del lavoro e andamento dei prezzi. Analizzando gli indicatori che mensilmente l'Ufficio Studi della confederazione monitora, si scopre che il recupero "statistico" ha interessato in misura principale il settore dei servizi per i quali la variazione su base annua si attesta al 69,4%. Così come già visto nella Congiuntura di aprile, al di là del riscontro numerico senza precedenti, si tratta, nella realtà, di incrementi in volume davvero minimi rispetto a un livello di attività che da marzo del 2020 è stato praticamente nullo.
Se si guarda al confronto con aprile 2019 emergono, infatti, in molti casi, crolli prossimi o superiori al 70%. Ed è proprio in questi settori, soprattutto della filiera turistica e ricreativa, che si concentrano i rischi di chiusure di attività se non verrà data al più presto la possibilità di operare in modo meno restrittivo, oltre che a intervenire con adeguati sostegni.
A marzo 2021 la produzione industriale ha confermato la sostanziale stabilità (-0,1% congiunturale) già registrata a febbraio, dato in linea con una domanda, interna ed estera, contenuta, soprattutto per i beni di consumo. Anche l'occupazione ha mostrato, sempre a marzo, una tendenza alla stabilizzazione (+0,2%) in termini congiunturali, mentre nel confronto con lo stesso mese del 2020 resta un dato fortemente negativo (-2,5%). Ad aprile, in linea con l'allentamento di alcune misure restrittive, il sentiment delle imprese del commercio al dettaglio ha registrato un aumento del 5 su base mensile.
Come già accaduto a marzo, il recupero dei consumi, avvenuto peraltro in mese di forti restrizioni, è solo apparente. Rispetto ad aprile del 2019 c'è stato un calo del 23% per il complesso della spesa e del 49,5% per i servizi.
Guardando al confronto con aprile del 2019 si rileva come il vuoto di domanda che si è generato a partire da marzo dello scorso anno sia stato solo minimamente recuperato. Ad oggi la domanda di abbigliamento e calzature è quasi del 50% inferiore a quella di due anni fa.
Ancora più complicata è la situazione per i servizi legati alla mobilità, al turismo ed all'intrattenimento per i quali il deficit di consumi rispetto ad aprile del 2019 si approssima, o supera, il 70%.
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